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Sentenza

Lettera denigratoria di un soldato dell'83° Fanteria. .. Se ritorno .... Condan...
Lettera denigratoria di un soldato dell'83° Fanteria. .. Se ritorno .... Condannato a due anni di reclusione militare e 200 lire di multa.
"Se ritorno……"
L. V., della provincia di Firenze, anni 22, fornaciaio, celibe, incensurato, soldato nell'83º fanteria; condannato a due anni di reclusione militare e L. 200 di multa per lettera denigratoria. Tribunale militare di guerra del 18° corpo d'armata. Feltre, 31 luglio 1916 (T.S., tribunale di guerra, b 113, F. 175, sentenza 90).
In data 22 luglio corrente anno, il soldato L. V.  spediva dalla zona di guerra a tale F. I. una lettera dove, fra l'altro, si leggono le seguenti frasi: "sono propriamente affari seri per li sbagli che commettono giornalmente, sembra che siamo tutti imbecilli, dal più grosso al più piccino, non sanno cosa fare e quel pochino che fanno, sbagliando rovinano tanti di noi poveri innocenti. Ma però non solo è il male nei nuovi venuti , che causa la guerra, hanno raggiunto il grado, ma anche molti vecchi che hanno fatto altre guerre e che hanno studiato tanti piani, sbagliano spesso forse più il più grande di quelli inferiori che devono solo eseguire gli ordini da loro comandati.
La vigilanza ci sarebbe ma non conta niente perché bisogna eseguire gli ordini anche conoscendo sicuro lo sbaglio. Sarebbe meglio che facessero tutti  finito prima che rovinare tanta gioventù. Ma quella gente superba che vede a malocchio la bassa bene rincivilizzata e conosce oggi i suoi diritti fa di tutto per distruggerla e tener  i rimanenti sotto la schiavitù dei suoi piaceri.
Chi fa questo sono le persone come tante ne ho sentite nominare e ne conosco, che non potevano parlare più a modo loro che c'era sempre chi gli domandava la parola e le più volte non potendosi far ragione sono dovuti andare via dal loro ambiente dove si trovavano, maledicendo e insultando l'avversario col titolo di zolli o contadini…… Non avrò certo la fortuna di tornare…… Ma se ritorno con quelle persone mi voglio sfidare la vita e le farò la caccia come il fringuello alla quercia, ma quello che ho provato io devono riconoscerlo anche loro".
Avv. Antonino Sugamele

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