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Sentenza

Tribunale Militare di guerra del V corpo d'armata. 1a guerra mondiale. Condanna ...
Tribunale Militare di guerra del V corpo d'armata. 1a guerra mondiale. Condanna a 4 anni di reclusione per propagazione di notizie denigratorie.
Quattro anni per una lettera

B. U., veneto, anni 25, soldato nella 36a compagnia presidiaria; condannato a 4 anni di reclusione militare per propagazione di notizie denigratorie. Tribunale militare di guerra del V corpo d'armata. Thiene, 20 gennaio 1916.

Il 29 novembre 1915, dall'ufficio postale militare presso la 15a divisione, venne sequestrata per censura una lettera di pari data, anonima, diretta a B. A. di Adria, e contenente espressioni di denigrazione sulle operazioni di guerra, di vilipendio per l'esercito, di diffamazione avverso ufficiali e di incitamento alla rivoluzione. La lettera stessa, tra l'altro, conteneva precisamente la seguente espressione: “Non si creda agli atti di valore dei soldati, non si dia retta alle altre fandonie del giornale, sono menzogne. Non combattono, no, con orgoglio, né con ardore; essi vanno al macello perché sono guidati e perché temono la fucilazione”. In appresso aggiungeva: “I giornali parlano della presa di Gorizia. Oggi stesso ho avuto la conferma che essa non sarà mai presa; ossia occorre che gli austriaci l'abbandonino. Non ci si lusinghi … i soldati italiani non sono capaci di prenderla”. Inoltre attribuiva ad ufficiale una frase come questa: “Se avessi fra le mani il capo del governo, o meglio dei briganti, lo strozzerei”; ed infine concludeva: “Quindi unica cosa da farsi è la rivoluzione … siamo stanchi … e non si attende che la scintilla”.
Proceduto ad inchiesta, venne riconosciuto per autore della lettera l'accusato B. U., che confessò essere il contenuto della lettera parto della sua fantasia e di averla scritta in un momento di sconforto per la lontananza dalla famiglia.
Avv. Antonino Sugamele

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