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Intesa tra CNF e magistratura militare: rispetto della maternità....
Intesa tra CNF e magistratura militare: rispetto della maternità.
Con un comunicato apparso sul proprio sito lo scorso 2 maggio, il CNF ha reso noto di aver firmato, per mano dello stesso presidente Alpa, un Protocollo d'intesa con la magistratura militare. L'intesa indica alcune linee guida, che le parti si impegnano a promuovere e divulgare, in modo da favorirne il rispetto della maternità dell'organizzazione del lavoro giudiziario.
    
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Firmato il Protocollo d'intesa con la magistratura militare. Il Protocollo d'intesa delle Pari Opportunità tra uomo e donna nella giustizia militare, firmato da Alpa e dal presidente della Corte d'appello militare Vito Nicolò Diana, insieme agli altri rappresentanti della magistratura militare e del ministero della difesa, indica le linee guida che le parti si impegnano a promuovere e divulgare in modo da favorirne il rispetto della maternità dell'organizzazione del lavoro giudiziario.
L'intesa – si legge nel comunicato – si ispira all'ordinanza della Corte Costituzionale n.312/2012 con la quale la Consulta ha indicato al giudice di perseguire una soluzione interpretativa «idonea ad equiparare la posizione lavorativa della donna libera professionista alle altre lavoratrici in tema di diritto di usufruire del periodo di maternità».
Precedenza agli avvocati in dolce attesa. Nello specifico, vengono riconosciuti quali motivi di impedimento nelle udienze penali con imputati liberi e di rinvio dell'udienza e di trattazione del processo a orario specifico, sia lo stato di gravidanza che l'accudimento dei figli, in special modo nei primi 3 anni di vita.
Garantire la tutela della genitorialità nell'organizzazione delle attività giudiziarie e della professione forense nella giustizia militare. È lo stesso presidente del CNF Guido Alpa ad affermare che, «oltre alle necessarie e opportune previsioni di legge, le buone prassi tra le Istituzioni rappresentative di avvocati e magistrati possono senz'altro contribuire a garantire l'obiettivo della conciliazione tra vita professione e vita familiare, entrambi valori fondamentali e diritti insopprimibili sia per le donne che per gli uomini».
Infine, Alpa ha ricordato che la stessa riforma dell'ordinamento forense (legge 247/2012) si è fatta carico della questione in norme specifiche che riconoscono la maternità e il puerperio come «giuste esenzioni dalla prova della effettività/continuità della professione forense», prevedendo la rappresentanza di genere in tutte le Istituzioni rappresentative della categoria forense.
Avv. Antonino Sugamele

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