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Sentenza

La tesi dell’effetto acceleratore che avrebbe l’esposizione all’amianto nell’ins...
La tesi dell’effetto acceleratore che avrebbe l’esposizione all’amianto nell’insorgenza e nella progressione del mesotelioma pleurico non è una legge universale, ma solo una probabilità. Partendo da questo presupposto la Corte di cassazione (sentenza 44349) ha annullato con rinvio la sentenza di condanna di alcuni ex vertici della marina militare per la morte di sette marinai per mesotelioma pleurico. La Suprema corte chiede un nuovo giudizio alla Corte d’Appello di Venezia, che aveva affermato la responsabilità di chi, in posizioni apicali, rivestiva posizioni di garanzia. Per la Corte territoriale era stata decisiva una perizia, disposta su richiesta delle parti civili, con la quale era stata confermata e ribadita la sussistenza «di un rapporto causale tra l’esposizione patita da ogni singolo lavoratore e l’insorgenza della relativa malattia, nonché l’altissima concentrazione di polveri e fibre di amianto inalate dai marinai»
La Suprema corte, conferma la condanna definitiva di un ex ammiraglio e del ministero della Difesa, come responsabile civile, per la morte del meccanico navale G.D.M., avvenuta nel 2010, per carcinoma polmonare dopo 36 anni di servizio sulle navi della Marina Militare sulle quali c’era l’amianto.

Per la prima volta è stato affermato dunque, in via definitiva, il nesso causale fra l’esposizione alle polveri di amianto e il carcinoma polmonare in un fumatore.

I giudici di legittimità affermano l’esistenza di una “sinergia” tra l’amianto e il fumo per il cancro del polmone».

Le conclusioni dei periti - chiarisce la Suprema corte - sono «inequivocabilmente nel senso che, pur tenuto conto dell’accertata qualità di fumatore del soggetto (fino dal 1987) la prolungata esposizione della vittima ad amianto ha avuto un ruolo concausale con il fumo della sigaretta nella genesi del tumore polmonare»

G.D.M. aveva lavorato sulle navi della Marina Militare come addetto alle caldaie, guardia macchina e addetto alle motrici. Attività svolte dove l’amianto era più presente e dove maggiormente si deteriorava a causa del calore e delle forti vibrazioni.
 
Avv. Antonino Sugamele

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