Militari in missione: cambia la razione K.
I tempi cambiano e anche la “Razione k”, più leggera nello zaino, con cibi più “moderni”.
Nonni e papà ancora se le ricordano la tavoletta di cioccolato fondente della razione del servizio militare, spessa, croccante, gustosa. Non altrettanto poteva dirsi però del resto del rancio. Quando si doveva marciare, nel freddo o sotto il sole cocente, la pausa pranzo poteva rattristare invece che tirar su di morale.
Ma i tempi cambiano e anche l'esercito cerca di stare al passo.
Così lo zaino che contiene la riserva alimentare si fa più vicino a gusti ed esigenze dei soldati. A partire dal peso. Mezzo chilo in meno, avendo eliminato, tra l'altro, l'ormai inutile fornellino da campo, reso pezzo d'antiquariato da confezioni autoriscaldanti e bevande solubili.
L'erede della storica ‘Razione K' – quantità di cibo necessaria per un giorno resa famosa dai soldati Usa della seconda guerra mondiale – è ancora in fase di definizione per quanto riguarda i dettagli, ma le linee guida sono state tracciate in un recente vertice in ambito Nato. Sappiamo così che non ci saranno più pasti indifferenziati per tutti i militari, perché i fornitori cercheranno di salvaguardare le abitudini alimentari di ogni Paese dell'Alleanza atlantica.
Quindi, per prima cosa addio al fornelletto da campo, benvenuto al packaging hi-tech autoriscaldante, in razioni che assicurano un maggior apporto di calorie ma un minor peso complessivo da caricare sulle spalle: gli involucri delle nuove confezioni contengono una soluzione che, a una lieve pressione, provocano una reazione chimica che scalda il contenuto.
Bye bye anche al liquore “cordiale”, sostituito da cappuccino in polvere (“sacchetto bevanda Cappuccino”), caffè e tè al limone (entrambi solubili).
In programma ci sono numerosi menu (quelli italiani saranno dieci), con un aumento dell'apporto calorico totale, che passerà da 3.650 a 4.000 calorie, calcolando un consumo medio di alimenti per circa 2.500 calorie da parte del militare. “Queste linee guida, che ora saranno tradotte in pratica – ha spiegato il tenente colonnello Pierluigi Merola, del Corpo di Commissariato dell'Esercito – tengono conto dei fattori connessi alla cultura e alle tradizioni alimentari dei vari Paesi”.
“La scelta di proporre menu più vari aumentandone anche il numero – ha aggiunto – è connessa all'esigenza di fornire tutti gli apporti nutrizionali necessari alle determinate esigenze operative del personale. La varietà delle proposte alimentari offerte al militare può giocare poi un ruolo nell'evitare la possibile remora psicologica al consumo che potrebbe verificarsi trovandosi di fronte sempre gli stessi alimenti per lunghi periodi di tempo”.
Le razioni previste dal programma “Italian Ration Pack Project” variano da un minimo di 4.002 a un massimo di 4.056 calorie, contengono una percentuale di carboidrati intorno al 55-58% e proteine tra l'11 e il 13%. Inoltre sono già pronte per il consumo e più facili da maneggiare, aprire e utilizzare e garantiscono una migliore efficienza di imballaggio e riduzione dei costi di trasporto e di stoccaggio.
Le dosi e i menu sono stati studiati per garantire circa il 28% di energia totale a colazione, il 50% a pranzo e il 22% a cena.
A colazione non mancheranno pane o cracker, due porzioni di marmellata di frutta, una tavoletta di cioccolato (quella è un evergreen), una porzione di biscotti e una barretta energetica. Quest'ultima andrà a ‘compensare', sotto il profilo proteico, le colazioni a base di uova e bacon che si ritroveranno invece negli zaini i colleghi militari dei Paesi nordici.
A pranzo previsti primo e secondo piatto, grissini, dessert, energy drink e barrette energetiche, con menu che si alternano per offrire la più ampia varietà al militare in missione. La cena sarà invece un pasto più leggero, con un involucro contenente la portata principale, cracker, grissini, cereali efruit bar, alternati a seconda dei diversi menu. Tra i prodotti supplementari disponibili anche gomme da masticare senza zucchero per l'igiene orale (confezione da due per ogni pasto), compresse per purificare l'acqua e salviette umidificate.
“Una dieta monotona e ripetitiva rischia di essere squilibrata dal punto di vista nutrizionale. Ben venga quindi la decisione di rinnovare le razioni alimentari militari” ha commentato Giacinto Miggiano, primario di dietetica al Policlinico Gemelli, sottolineando che “la scelta di proporre un ventaglio più ampio di menu è importante perché assicura ogni giorno un diverso apporto di nutrienti, condizione fondamentale per una buona alimentazione”. È stato curato insomma anche l'aspetto psicologico, sia mettendo nello zaino alimenti tipici del proprio paese, sia variando i menu di giorno in giorno per non rendere i pasti monotoni e quindi poco appetibili. Non ci si deve stupire, poi, della decisione di proporre razioni da 4mila calorie: “Non tutti i militari hanno la stessa corporatura – ha infatti spiegato Miggiano – e il fabbisogno calorico può variare anche in funzione dell'impiego. È stato deciso di evitare il rischio di carenze caloriche assicurando una fornitura adeguata”.
29-09-2012 22:00
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