Notizie, Sentenze, Articoli - Avvocato Militare Trapani

Sentenza

Iraq. La strage di Nassiriya poteva essere evitata.Carenza di motivazione sulla ...
Iraq. La strage di Nassiriya poteva essere evitata.Carenza di motivazione sulla "riservetta munizioni".
L'aver scelto di posizionare la riservetta delle munizioni all'interno della base Maestrale può aver aggravato l'esplosione che ha portato alla strage di Nassiriya del 12 novembre 2003. Inoltre nel giudizio militare d'appello sul colonnello dei carabinieri Georg De Pauli, uno dei responsabili della sicurezza, la Corte non si è mossa "con la necessaria coerenza, alternando giudizi che ora convergono nel senso della prevedibilità" del camion bomba che ha distrutto la base, "ora ridimensionano il significato d'allarme di molti segnali che nel periodo precedente l'attentato pervennero ai comandi militari italiani". Muove da questi presupposti la sentenza con cui la prima sezione penale della Cassazione ha annullato ai soli effetti civili la sentenza di assoluzione del colonnello De Pauli, riscontrandone dei "difetti di motivazione".

E, accogliendo il ricorso dei familiari delle vittime, che si sono costituiti parte civile, ha rinviato ad altro giudizio la quantificazione del risarcimento. Secondo la suprema corte, che ha scandagliato la sentenza della corte militare d'appello del 7 febbraio 2012, o il camion-bomba che ha causato la distruzione della base Maestrale a Nassiriya il 12 novembre 2003 "non era prevedibile" o lo era, e in questo viene stigmatizzata la mancanza della "necessaria coerenza" della sentenza di secondo grado.  

I giudici di piazza Cavour hanno anche sottolineato come da parte delle Corte militare c'è stata "una carenza di motivazione" sulla questione della cosiddetta "riservetta munizioni". Secondo la Cassazione non ci sono "adeguati dati probatori" per sostenere che la posizione all'interno della base del deposito dell'artiglieri non abbia "aggravato gli effetti della devastante esplosione

Nel sottolineare le "illogicità manifeste e le incoerenze" in cui è incappata la sentenza d'appello, la Corte di Cassazione evidenzia come i giudici di secondo grado abbiano "affermato che Di Pauli, che pure aveva il potere e il dovere di effettuare autonome valutazioni del pericolo di attentati per mezzo di un camion-bomba, e ciò al fine di predisporre qualunque misura idonea di protezione della base", compresa la chiusura 'di fatto' della strada percorsa dal camion, "non si discostò dalle valutazioni operate dagli organi superiori 'anche per evitare di pregiudicare lo scopo della missione'".

Secondo la Cassazione, questa "affermazione è illogica". Infatti, "la premessa circa l'autonomia valutativa non si concilia e, anzi, stride con la successiva affermazione circa la considerazione dello scopo della missione, che ricadeva nelle attribuzioni proprie delle più alte gerarchie e che si era estrinsecata nella scelta di allocazione della base all'interno della città e senza la creazione di alcuna area di rispetto, scelta a cui Di Pauli non prese parte". In altri termini, è "una significativa contraddizione" dire che Di Pauli aveva il potere-dovere di valutare la situazione di pericolo "da condursi in autonomia rispetto alle determinazioni degli organi superiori" e, poi, sottolineare "l'insindacabilità di una scelta" riconducibile alle valutazioni delle alte gerarchie.
Avv. Antonino Sugamele

Richiedi una Consulenza