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Sentenza

Una soldatessa riconosciuta responsabile di violenza sessuale per avere costrett...
Una soldatessa riconosciuta responsabile di violenza sessuale per avere costretto con violenza (consistente nell’avvalersi di un’azione repentina) una collega a subire un abbraccio implicante un vigoroso contatto corporeo, e altresì un bacio sul collo, mentre la persona offesa era chinata in avanti, intenta a preparare un borsone.
Cassazione penale, sezione III, sentenza del 20 marzo 2019 n. 12250
Confermato l'orientamento in tema di esegesi del concetto di “atti sessuali” prevalente, negli ultimi anni, tra i giudici di nomofilachia, e cioè di quello per cui alla teoria “anatomica” incentrata solo sulla zona del corpo interessata dalle condotte, va affiancata quella “contestuale”, che valorizza il contesto e le relazioni interpersonali tra i soggetti coinvolti. L'impostazione “contestuale”, peraltro, si è dimostrata di regola dirimente – implicando quasi sempre un ampliamento della sfera della punibilità - nei casi di atti difficilmente qualificabili come “sessuali” in ottica puramente “anatomica”, quali abbracci ‘affettuosi', baci sulla guancia, ecc. Nel caso di specie, peraltro, va rilevato come l'identità di sesso dell'autore e della persona offesa (circostanza estremamente rara nella casistica giudiziaria) rendesse ancora più rilevante la considerazione dei profili contestuali ed interpersonali, onde desumere la valenza sessuale o meno delle condotte accertate. Da ultimo, si noti come il concetto di “valenza sessuale”, adottato in sentenza, vada adeguatamente distinto – pur sovente riscontrandosi entrambi nel caso concreto – da quello di “finalitá sessuale”, che implicherebbe un ritorno alla giurisprudenza ante riforma del 1996, epoca nella quale veniva applicato un delitto nel quale ad essere punito era il “fine di libidine”, e che dunque dava incongruamente preminenza alla repressione delle finalitá perseguite dall'autore, piuttosto che alla tutela della libertà sessuale della vittima (che, ad es., può essere ugualmente lesa da un atto sessuale commesso per scherzo, vendetta ecc.).
Avv. Antonino Sugamele

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